Action Plan, il Parlamento Ue vota una tassonomia più severa
Il Parlamento Europeo ha votato la tassonomia per la finanza sostenibile. Il voto plenario dello scorso 28 febbraio rappresenta un altro tassello del percorso di approvazione dei primi tre Regolamenti della Commissione europea nell’ambito dell’Action Plan. I primi due (benchmark e trasparenza) sono andati avanti senza grandi discussioni. Due settimane fa, invece, sulla proposta di tassonomia di Bruxelles si era aperto uno scontro nelle commissioni di Strasburgo, su alcuni emendamenti parlamentari in merito all’esclusione di alcune tipologie di imprese, nonché all’allargamento della tassonomia anche a fattori “S” e “G”, oltre a quelli ambientali.
Le misure varate, si legge in una nota di Banca Etica, hanno fatto passi avanti rispetto al testo votato nelle commissioni. «Il testo finale – ha detto il presidente di Banca Etica, Ugo Biggeri – ha recepito alcune delle nostre raccomandazioni: in particolare, grazie agli emendamenti presentati da Verdi, Socialisti & Democratici, Gue (sinistra), Efdd (M5S) una parte di Alde, quella di escludere le industrie estrattive di carbone e petrolio e l’industria dell’energia nucleare da qualsiasi investimento che voglia definirsi sostenibile e quella di stabilire che le aziende su cui investe la finanza sostenibile devono rispettare le convenzioni Onu e Ocse sulla tutela dei diritti umani dei lavoratori. Su altri aspetti che avevamo sollecitato, il Parlamento ha invece preso tempo, rinviando al 2021 l’adozione di una definizione di cosa sarà considerato “non sostenibile”. Purtroppo non è passato l’emendamento che chiedeva di misurare non solo gli impatti ambientali ma anche quelli sociali in senso ampio degli investimenti».
Dopo le elezioni europee di fine maggio dovranno essere approvate dal Consiglio Europeo composto dai capi di Stato e di Governo degli Stati membri.
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