Hsbc: investitori frenati da competenze Esg e greenwashing
Il 64% degli investitori dichiara che non ci sono motivi per i quali la propria organizzazione non possa investire maggiormente negli investimenti Esg (erano il 54% un anno fa). Il dato rappresenta il picco degli ultimi tre anni e si accompagna alla presa di coscienza che per il restante 36% di investitori il primo ostacolo che frena da questo tipo di investimenti è la mancanza di personale qualificato e con espereinza sul tema. I dati emergono dalla quinta indagine globale di Hsbc “Sustainable Financing and Investing Survey”, su circa 2mila soggetti tra emittenti e investitori e mettono in luce, altresì, come sia fotemente percepito anche il rischio di greenwashing. La mancanza di comparabilità tra i dati Esg e i ritorni finanziari relativamente poveri non sono infatti più ritenute le ragioni principali che frenano l’investimento Esg (scendendorispettivamente dal 50% al 39% nel 2020 e dal 31% al 25%). Al contrario, il 64% degli investitori si dice molto preoccupato dal greenwashing (inteso come la pratica delle società di affermare claim falsi sulle proprie credenziali verdi o sostenibili). Tanto che gli investitori americani e cinesi sarebbero a favore di una maggiore regolamentazione sui temi Esg per poter identificare più facilmente le società sostenibili. La percezione è che oggi il greenwashing sia ormai ampiamente diffuso e più sofisticato che mai.
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