Combustibili fossili: i nuovi asset tossici delle banche Ue
Gli asset in combustibili fossili nei bilanci delle grandi banche europee costituiscono un fattore primario di rischio finanziario sistemico: queste le consclusioni cui arriva lo studio realizzato dal Rousseau Institute, Friends of the Earth France and Reclaim Finance. Secondo il rapporto, le maggiori banche in Europa hanno accumulato 532 miliardi di euro in asset legati ai combustibili fossili, pari al 95% del loro capitale totale, e appaiono per questo estremamente vulnerabili ai rischi connessi alla caduta del loro valore nel quadro della transizione ecologica. Nel campione degli 11 principali gruppi bancari europei, gli asset legati al carbone rappresentano una quota medialmente alta rispetto al loro capitale: dal 68% di Santander al 131% di Crédit Agricole.
Il taglio delle emissioni e la riconversione dell’economia in chiave green potrebbe quindi condurre a una crisi finanziaria a livello globale, dovuta alla forte esposizione dell’industria bancaria europea al settore del carbone. Il rapporto invita i legislatori Ue a considerare misure urgenti, quali la creazione di una “fossil bank” che gestisca in modo sostenibile il disinvestimento dagli asset legati al carbone.
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