Consultazione Dnf, ecco il rapporto finale di Consob
La Consob ha pubblicato il rapporto finale della Call for evidence, lanciata lo scorso settembre 2020 e conclusasi il 30 novembre, per raccogliere informazioni da parte degli stakeholder sui motivi della scarsa diffusione delle dichiarazione non finanziarie (Dnf) su base volontaria. L’authority aveva richiesto pareri e opinioni in particolare su costi e benefici connessi con la pubblicazione della Dnf da parte di società non soggette all’obbligo, con l’obiettivo di elaborare e predisporre possibili revisioni della disciplina nazionale (il decreto legislativo 30 dicembre 2016, n. 254, che ha recepito nell’ordinamento italiano la direttiva Ue).
La consultazione della Consob si colloca nel quadro della revisione della normativa europea prospettata dalla Commissione, che lo scorso 21 aprile ha pubblicato una proposta di direttiva sul reporting di sostenibilità delle imprese, prevedendo un ampliamento dell’ambito di applicazione della disciplina della Dnf.
Il primo dato che emerge dal rapporto finale della consultazione riguarda i partecipanti: le Pmi hanno rappresentanto una quota minore dei rispondenti (circa l’11%), così come scarsa è stata la pertcipazione delle associazioni di categoria rappresentative nello specifico delle piccole e medie imprese.
Il documento riassume in seguito le principali posizioni emerse dalle risposte inoltrate dagli stakeholder. Se tutti i rispondenti reputano che dalla pubblicazione della Dnf derivino benefici sia interni che esterni alla società, il 35% di loro ritiene che «la maggiore difficoltà sia quella di reperire informazioni ai fini della compilazione della Dnf, mentre il 25% collega le difficoltà agli eccessivi costi legati alla redazione della Dnf anche in ragione dell’impiego di risorse umane con competenze specialistiche».
Dalle società rispondenti emerge inoltre un forte supporto sia per la standardizzazione delle metodologie di rendicontazione, sia per la definizione di uno standard di rendicontazione semplificato per le Pmi. Più della metà delle imprese non obbligate alla Dnf, al contrario, si dice contraria all’attribuzione alla Consob della vigilanza sulle società diverse dagli Eip che redigono volontariamente il report non finanziario, esprimendosi allo stesso tempo favorevolmente sull’opportunità di rivedere l’impianto sanzionatorio connesso alle ipotesi di violazione della disciplina.
Emerge infine un forte supporto «per una maggiore interazione con le entità che emettono rating di sostenibilità: tutti i rispondenti auspicano una maggiore interazione tra le imprese e le società che emettono rating di sostenibilità al fine di semplificare l’individuazione e la lettura delle informazioni e dei dati contenuti nella Dnf».
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