In Italia esisterebbe un grosso divario tra Nord e Sud in termini di sostenibilità. Non solo: con la pandemia questa gap si è ampliato ulteriormente. Lo rivela il Rapporto Italia sostenibile 2021 di Cerved, che traccia una mappa dei punti di forza e delle debolezze del Paese, con l’obiettivo di contribuire allo sforzo di rilancio e di sviluppo sostenibile.
Lo studio analizza tutte le province italiane sulla base di 280 indicatori di sostenibilità economica, sociale e ambientale, aggregati in 20 criteri.
Gli indici rivelano 17 province eccellenti, caratterizzate da un livello di sostenibilità elevato ed equilibrato (solidità); 22 province che evidenziano forti debolezze nelle tre dimensioni (fragilità); 28 province che hanno una priorità di sostenibilità economica, 12 con criticità sugli aspetti sociali e 26 province che hanno problemi soprattutto sul profilo ambientale.
La mappa conferma l’esistenza di un netto divario tra il Nord e il Sud del Paese, con la classifica dominata dalle province settentrionali: la prima provincia meridionale è Pescara, in 29esima posizione, seguita da Roma, in 30esima. Agli ultimi posti ci sono Trapani, Agrigento e Crotone.
Inoltre, Cerved ha condotto delle stime di impatto per valutare gli effetti dell’emergenza sanitaria su occupazione e investimenti delle imprese al 2021. Si stima una perdita di posti di lavoro che potrebbe arrivare fino a 1,9 milioni di lavoratori, con il tasso di disoccupazione che balzerebbe dal 10 al 17% entro la fine del 2021. Gli investimenti delle imprese potrebbero ridursi di 65 miliardi di euro con conseguenze sulla sostenibilità del nostro Paese, in particolare per la capacità del sistema produttivo di contribuire alla doppia transizione, digitale e ambientale.
La crisi potrebbe toccare soprattutto il Mezzogiorno, ampliando ulteriormente i divari relativi alla digitalizzazione, alla tutela del territorio e all’inquinamento.
Infine, per quanto riguarda gli investimenti Esg per finanziare la crescita sostenibile delle imprese, con criteri prudenti, Cerved Rating Agency ha stimato un mercato potenziale per i mini green bond di 7,2 miliardi di euro in Italia.
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