Moda, cresce l’impegno green ma non le donne ai vertici
Cresce l’impegno del settore della moda per il green, non altrettanto il numero delle donne ai vertici. Lo rivelano i dati del report “Sistema Moda”, presentato dall’Area studi Mediobanca, in occasione della terza edizione dell’Annual Fashion Talk. Il documento aggrega i dati finanziari di 80 multinazionali del fashion, con fatturato sopra il miliardo di euro nel 2019, e delle 177 maggiori Aziende Moda Italia, con fatturato superiore a 100 milioni. I dati analizzati riguardano il periodo 2015-2019 fino ai primi 9 mesi 2020, con una visione prospettica del settore.
Sul fronte della sostenibilità ambientale, dall’analisi dei bilanci di sostenibilità del 2019 emerge una diminuzione di consumi idrici (-3,4%), di emissioni di CO2 (-5,1%), e di rifiuti prodotti (-3,1%). Allo stesso tempo, le multinazionali mondiali della moda hanno aumentato il ricorso all’energia elettrica rinnovabile dal 42,6% nel 2018 al 49,9% nel 2019. In media, i gruppi statunitensi si sono rivelati i più sostenibili.
Meno bene per quanto riguarda la varietà di genere nei board. La presenza femminile cala all’aumentare del livello di responsabilità in azienda: la quota di donne sul totale della forza lavoro è mediamente pari al 65,9%, ma scende al 29,3% a livello di Cda. In Europa, i più virtuosi in tema di diversity sono i gruppi francesi con il 43,1% di donne nei Cda, seguiti dai britannici con il 36,9%, mentre i gruppi italiani si fermano al 21,3%. A livello globale, gli statunitensi hanno più consigliere donne (34,1%) di quelli europei (27,9%), mentre i gruppi giapponesi fanno da fanalino di coda con solo una donna ogni dieci consiglieri.
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