debutto nelle emissioni verdi da 900 milioni
Acea, primo green bond a tasso negativo
Esordio con primato per Acea sul mercato delle emissioni verdi. La società ha collocato il suo primo green bond, ed è arrivata a un ammontare complessivo di 900 milioni. Soprattutto, l’operazione ha ottenuto, per la prima volta tra le aziende italiane, un rendimento negativo, a conferma che gli investitori istituzionali hanno ormai traghettato il proprio interesse su questo genere di titoli, assimilandoli a obbligazioni di Stati sovrani a basso rischio e volatilità (tanto da accettare interessi sotto zero).
L’emissione è divisa in due tranche: la prima di 300 milioni a scadenza 2025 e la seconda di circa 500 fissata per il 2030. Vista la notevole domanda riscontrata la società ha deciso di aumentare l’offerta sulla seconda tranche a durata 9,5 anni portandola a 600 milioni. Le obbligazioni, emesse nell’ambito del programma Emtn (Euro Medium Term Note Programme) da 4 miliardi di euro del gruppo, saranno quotate nel mercato regolamentato della Borsa di Lussemburgo, a partire dal 28 gennaio (data di entrata in vigore del regolamento). Un’operazione che pone le sue basi nel Green Financing Framework pubblicato recentemente dalla multiutility romana.
rendimento negativo
Accolto molto positivamente dai mercati, la domanda degli investitori, in particolare di quelli istituzionali tedeschi, francesi e italiani, è stata pari a sette volte il valore l’offerta allocata. Un successo che ha generato una novità in termini di rendimento. Stefano Songini, responsabile Investor relations & sustainability di Acea, ha spiegato a ETicaNews che «la forte domanda, riscontrata ai livelli di price talk iniziale ha confermato il notevole interesse per il piano di investimenti di Acea in ambiti di sostenibilità e ci ha consentito di chiudere l’operazione con un rendimento, per la prima volta per una corporate italiana, negativo sulla tranche con scadenza 2025».
A differenza delle obbligazioni a scadenza 2030, collocate a un prezzo di emissione pari 98,292%, con un rendimento dello 0,434%, quelle a scadenza 2025 sono state collocate a un prezzo di emissione pari al 100,177%, implicando un rendimento negativo (-0,038%). In entrambi i casi il valore del rendimento è stato calcolato aggiungendo uno spread negativo indicizzato al bund, rispetto al midswap interpolato rispettivamente a 4-5 anni nella prima tranche e 9,5 anni nella seconda.
Una fiducia, quella degli investitori che secondo Songini, «premia le scelte strategiche della società incentrate sulla sostenibilità. La forte domanda riscontrata dalla platea degli investitori è la chiara dimostrazione della disponibilità dei fondi a orientare le loro scelte sui business e sulle società che dimostrano concretamente il loro impegno per assicurare un futuro sostenibile, attraverso investimenti in resilienza delle infrastrutture primarie dell’acqua e dell’elettricità, nello sviluppo della mobilità sostenibile, nel trattamento dei rifiuti in un’ottica di economia circolare e nell’ulteriore crescita delle energie rinnovabili».
All’interno delle quattro categorie d’intervento, sottolineate da Songini, uno degli interventi più ingenti cui saranno destinati i proventi delle obbligazioni, sarà il progetto relativo al potenziamento dell’acquedotto del Peschiera, seguito dall’installazione di oltre duemila colonnine di ricarica elettrica e da massicci investimenti nel settore fotovoltaico, oltre chiaramente agli ormai “ordinari” interventi di contrasto al climate change.
L’operazione di collocamento è stata seguita da Barclays, Bbva, Bnp Paribas, Credit Agricole Cib, Citi, Credit Suisse, Imi-Intesa Sanpaolo, Mmps Capital Services, Natixis, Société Générale e UniCredit, in qualità di Joint Bookrunners, mentre la second part opinion è stata rilasciata da Iss Esg.
Stefano Ferrari
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