I “Big” Usa spingono per la tassazione delle emissioni di Co2
Il governo degli Stati Uniti dovrebbe iniziare a far pagare alle imprese le loro emissioni di gas serra per aiutare a combattere il riscaldamento globale. A sostenere questa linea è un gruppo di “Big” del settore finanziario ed energetico, tra cui figurano anche Morgan Stanley, JPMorgan e Bp in un report, sottoscritto da oltre 25 società globali, investitori e associazioni non profit in cui si sottolinea come il cambiamento climatico rappresenti un rischio significativo per il sistema finanziario e si invitano le autorità di regolamentazione a «muoversi con urgenza e decisione».
Come riportato dalla rassegna sostenibile di questa settimana (Et.Observer/ 230) il documento pubblicato la scorsa settimana è stato redatto da un comitato advisor della U.S. Commodity Futures Trading Commission (Cftc, la commissione Usa incaricata di promuovere la trasparenza dei future sulle commodity) sui rischi di mercato climate-related, ed è sostenuto da Rostin Behnam, un commissario democratico della Cftc.
Il report non è stato, però sottoscritto dal presidente dell’agenzia, il repubblicano Heath Tarbert, che ha dichiarato in una nota di aver apprezzato la «leadership di Behnam nel convocare varie prospettive del settore privato», ma ha messo in guardia dal muoversi troppo velocemente. Gli appelli dei dirigenti aziendali a una posizione più dura del governo hanno avuto scarso successo durante l’amministrazione del presidente Donald Trump, anche alla luce dell’annuncio del ritiro degli Usa dagli Accordi di Parigi. L’utilizzo della tassazione del carbonio per abbassare le emissioni ha avuto un certo successo in Europa, dove l’aumento del costo delle quote e il gas naturale più economico hanno contribuito a ridurre il ruolo del carbone nel settore energetico, portando ad un calo delle emissioni di CO2.
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