State Street Global Advisors, il dovere fiduciario primo motore Esg
Gli investitori istituzionali considerano l’integrazione dei fattori ambientali, sociali e di governance (Esg) come parte del loro dovere fiduciario. Lo dimostrano i risultati di un sondaggio condotto da State Street Global Advisors, divisione per l’asset management di State Street Corporation, tra più di 300 investitori istituzionali a livello globale.
Dalla ricerca è emerso, infatti, che i fattori chiave per le istituzioni finanziarie sono rappresentati congiuntamente da obblighi fiduciari e dallo sviluppo del contesto normativo; rispettivamente citati dal 46% degli intervistati. Per coloro che hanno indicato gli obblighi fiduciari come elemento di primaria importanza, i successivi e più importanti fattori trainanti dell’adozione dei criteri Esg sono i requisiti di responsabilità etica e sociale per conto dei loro clienti e il desiderio di mitigare i rischi legati ai fattori Esg, entrambi al 40 per cento.
Per quanto riguarda i principali ostacoli all’adozione delle politiche Esg da parte degli asset owner, il 44% ha indicato la mancanza di dati affidabili e coerenti, il 43% ha dichiarato che il principale fattore frenante è rappresentato dai vincoli delle risorse interne e i costi, seguito da un 40% che si è dichiarato frenato dalla mancanza di esperienza nell’integrazione di Esg.
In ogni caso, data la crescente importanza dei criteri Esg, il 95% degli intervistati ha ribadito la propria intenzione di assumere un maggior numero di specialisti del settore nei prossimi tre anni. Il restante 5% intende invece incoraggiare il personale a incrementare le proprie conoscenze in materia di parametri di sostenibilità.
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