Ipcc: barriere coralline, le prime vittime del climate change
Le emissioni di gas serra stanno uccidendo le barriere coralline. È quanto emerge da un report pubblicato il mese scorso dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc) delle Nazioni Unite, la principale autorità scientifica in materia, e riportato nei giorni scorsi da Bloomberg. Il paper spiega che circa un quarto di tutto il biossido di carbonio rilasciato nell’atmosfera dagli anni ’80 a oggi è finito nelle acque. Gli oceani hanno assorbito il 90% del calore in eccesso causato dalle crescenti emissioni, e si sono dunque riscaldati per primi e più velocemente del resto del pianeta. Il rapporto, inoltre, avverte che il danno agli oceani sta accelerando e potrebbe essere irreversibile.
A farne le spese sono le barriere coralline di tutto il mondo, così delicate da essere diventate, loro malgrado, uno dei principali indicatori del collasso dell’ecosistema oceanico. La metà di tutte le barriere coralline è già stata distrutta, mettendo a rischio un quarto della vita marina. E, anche se il riscaldamento globale venisse realmente limitato all’obiettivo di 1,5 gradi Celsius delineato nell’Accordo di Parigi del 2015, l’Ipcc prevede che «quasi tutte le barriere coralline subiranno perdite significative». La scomparsa delle barriere coralline, a sua volta, lascerebbe le coste più vulnerabili all’erosione, alle tempeste e all’innalzamento del livello del mare.
Accordo di ParigiIntergovernmental Panel on Climate ChangeIPCCNazioni Unite