Corte dei conti Ue: la Commissione non trasparente sugli Sdgs
«La Commissione non comunica in merito al contributo fornito dal bilancio o dalle politiche dell’Ue al conseguimento degli obiettivi
di sviluppo sostenibile». Il richiamo arriva dalla pubblicazione “Informativa sulla sostenibilità: un bilancio delle istituzioni e delle agenzie dell’Unione europea” redatto a metà giugno dalla Corte dei conti europea. L’inadempienza ha delle eccezioni positive, spiega il documento, in particolar modo per quanto riguarda l’azione «esterna», cioè il monitoraggio dei risultati dell’insieme degli Stati membri rispetto, per esempio, agli Sdgs.
Ciò che manca, tuttavia, è una sorta di self assessment. Situazione che stride parecchio dal punto di vista politico
Infatti, «l’Unione europea – si legge nel documento – si è impegnata ad attuare l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e i suoi 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (Sdgs). Questa analisi presenta un bilancio della situazione concernente l’informativa sul conseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile e sulla sostenibilità a livello dell’Ue, nonché sull’informativa di
singole istituzioni e agenzie dell’Ue. […] L’informativa sulla sostenibilità è sia uno strumento di gestione che di rendicontazione e comporta la comunicazione di informazioni sul modo in cui un’organizzazione tiene conto delle problematiche di sostenibilità nelle proprie attività e sul proprio impatto ambientale, sociale ed economico».
«Non esiste alcun obbligo giuridico specifico – sottolinea la Corte dei conti europe – che imponga alla Commissione o alle altre istituzioni dell’Ue di elaborare relazioni sulla sostenibilità». Però è chiaro il richiamo dal punto di vista politico. «Dal momento – si legge – che l’Ue si è impegnata a perseguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile e a conseguire lo sviluppo sostenibile in generale, l’informativa sulla sostenibilità dovrebbe essere parte integrante delle relazioni su performance e risultati».
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