ET.DIRECTORIES - I REPORT DELLE ULTIME TRE SETTIMANE
Quelli che… studiano la sostenibilità/ 45
Nella sua attività quotidiana, ETicaNews riporta o menziona con continuità ricerche, analisi, report sul business sostenibile e responsabile. Di seguito, riportiamo una selezione relativa alle ultime settimane, con una breve sintesi del contenuto e con un rimando al relativo articolo. Questi report sono una minima parte delle centinaia di ricerche che ETicaNews ha incrociato nel suo percorso, e che stiamo raccogliendo nelle nostre Directories, per offrire un riferimento unico ai professionisti dell’economia e della finanza responsabile. Il servizio Directories fa parte del pacchetto ET.pro.
ABBIAMO PARLATO DELla ricerca…
Swiss Sustainable Investment Market Study 2019 (Swiss Sustainable Finance, Center for Sustainable Finance and Private Wealth)
ARTICOLO: Svizzera, è boom Sri. Ecco la top10
Uno «sviluppo impressionante del mercato». La Swiss Sustainable Finance (Ssf) riassume così i risultati della seconda analisi sul patrimonio gestito in modo sostenibile in Svizzera. L’affermazione è supportata dai dati emersi nello “Swiss Sustainable Investment Market Study 2019“, condotto, come detto, dalla Ssf in collaborazione con il Center for Sustainable Finance and Private Wealth dell’Università di Zurigo. La ricerca ha visto quest’anno un incremento dell’83% degli Aum sostenibili elvetici, a quota 716,6 miliardi di franchi svizzeri (641 miliardi di euro): un risultato «decisamente superiore alle nostre aspettative per il 2018», scrivono gli analisti. E i dati indicano una tendenza: in futuro, sarà fondamentale non solo puntare sulla crescita quantitativa, ma anche sulla qualità delle soluzioni di investimento sostenibile e sul loro impatto sul mondo reale.
ABBIAMO PARLATO DEL report…
Weighing the Evidence: ESG and Equity Returns (Msci)
ARTICOLO: MSCI: perché poco consenso su effetti Esg
Esiste ancora un gap di conoscenza in merito all’influenza degli Esg (environmnetal, social and governance) su performance e rischi finanziari. Lacuna, quest’ultima, percepita da asset manager e asset owner e che, in qualche modo, potrebbe ancora frenare l’adozione delle metriche di sostenibilità nella costruzione dei portafogli e nella selezione delle strategie di investimento. Msci, nel report “Weighing the Evidence: ESG and Equity Returns”, ha esaminato una serie di studi accademici e articoli dedicati (circa 2mila) evidenziando come non si sia ancora raggiunto un «consenso sul fatto che le caratteristiche Esg abbiano o meno influenzato i risultati finanziari». Il limite, sostengono gli analisti dell’index provider, Guido Giese e Linda-Eling Lee, è dato dal fatto che la «maggior parte di questi studi non si concentra su strategie che pongono l’accento sui rendimenti finanziari».
ABBIAMO PARLATO DELlo studio…
Esg Company Summaries (Morgan Stanley)
ARTICOLO: La moda si firma Esg. Ma senza la “G”
Che si parli di lusso, sport o eyewear, la sostenibilità è un argomento importante per tutti i brand nel settore della moda. Questo perché la produzione di abbigliamento, scarpe e pelletteria, genera impatti rilevanti sia dal punto di vista ambientale sia da quello sociale. La maggior parte dei prodotti viene consumata lontano dal Paese di produzione, e la distribuzione si traduce in un’impronta di carbonio elevata. Le aziende del settore della moda, inoltre, sono particolarmente labour-intensive, e devono gestire questioni di responsabilità sociale lungo tutta la catena di fornitura. Nella sua ricerca “Esg Company Summaries“, Morgan Stanley ha analizzato i dati Esg di 17 grandi aziende della moda, fra le quali Prada, Salvatore Ferragamo ed EssilorLuxottica, mettendo a confronto i risultati nel periodo che va dal 2013 al 2018.
ABBIAMO PARLATO DELl’analisi…
ARTICOLO: Pensionati Esg? Ok il minor rendimento
La “tolleranza” (ipotetica) dei lavoratori olandesi a prestazioni pensionistiche inferiori aumenta se l’investimento è sostenibile. Nello specifico, la maggioranza degli over 50 sarebbe disposta a sacrificare l’1% del rendimento, nel caso in cui questo sia collegato a una strategia del fondo pensione orientata verso le metriche Esg (ambientali, sociali e di governance). E il messaggio è più chiaro tra i soggetti che hanno un livello di istruzione superiore, ma non hanno figli piccoli. A rilevarlo, una ricerca dell’Università di Tilburg, nei Paesi Bassi, condotta da Johan Bonekamp e Arthur van Soest. I ricercatori hanno intervistato 1.272 lavoratori di età compresa tra i 50 e i 65 anni. Il 66% dei partecipanti alla survey ha risposto positivamente (cioè “sì”, è disposto a un rendimento inferiore) nel caso in cui un fondo pensione abbia già adottato un approccio Esg. Poco più della metà (55%), invece, ha dichiarato di essere disposto a rinunciare a parte della propria pensione se l’introduzione di tali strategie di investimento sostenibile nel proprio regime dovesse avvenire in un secondo momento.
ABBIAMO PARLATO DELla ricerca…
ESG accelerates into the investment mainstream (Msci)
ARTICOLO: Msci, Esg verso il 50% degli Aum
Gli attivi globali che operano secondo i principi Esg (environmental social and governance), nel corso di cinque anni compiranno un salto dall’attuale 25% a una quota che oscillerà tra il 50 e il 65 per cento. È quanto sostiene una quota importante di gestori patrimoniali e fondi pensione presenti alla conferenza annuale Msci Global investing che si è tenuta il 16 e 17 maggio a Londra. L’index provider ha voluto concentrare l’attenzione sul boom delle strategie sostenibili avvenuto nel corso dell’ultimo decennio, nella mission stessa del meeting annuale. «Una volta considerata marginale, la nozione di sostenibilità sta evolvendosi e diventando centrale per le scelte strategiche che facciamo per il nostro futuro», si legge nell’introduzione sul sito dedicato alla conferenza.
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