Greenpeace, in 10 anni di supercoltivazioni, “deforestata la Spagna”
Le emissioni legate alle produzioni dei grandi marchi causeranno in 10 anni (dal 2010 al 2020) la distruzione di un’area verde pari a 50 milioni di ettari, grande come la Spagna. A rilevarlo è un report di Greenpeace “Countdown to Extinction“, pubblicato il 10 giugno scorso. E la distruzione procede, prosegue l’associazione, nonostante la promessa fatta dai membri del Consumer Goods Forum nel 2010, i quali si erano prefissati di garantire un approvvigionamento sostenibile dei quattro prodotti più legati alla distruzione delle foreste: soia, olio di palma, carta e polpa di legno, carne.
L’analisi di Greenpeace riporta alcuni esempi: dal 2010 l’area di coltivazione della soia, in Brasile, è aumentata del 45% e la produzione di olio di palma in Indonesia del 75 per cento. Il gruppo ambientalista consiglia ai grandi brand di effettuare un cambio di rotta per «prevenire il degrado climatico ed ecologico». La deforestazione, infatti, rilascia emissioni di gas serra che contribuiscono al cambiamento climatico e distruggono habitat importanti, minacciando le specie in via di estinzione.
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