Svezia, Danimarca e Svizzera sono gli Stati più Esg. Lo riporta RobecoSam nel suo Country Sustainability Ranking (Csr), risultato di un’indagine sulle credenziali Esg di 65 Paesi (22 dei mercati sviluppati e 43 dei mercati emergenti) che viene aggiornata due volte l’anno (i dati sono a novembre 2018). I Paesi scandinavi sono quelli più rappresentati nelle prime posizioni, mentre in fondo alla classifica figurano Venezuela, Nigeria e Pakistan. Solo ventisettesima l’Italia, dietro a Emirati Arabi Uniti e Portogallo. Nel report spazio anche all’analisi delle variazioni negli score: Lussemburgo, Polonia e Korea del Sud sono i Paesi che perdono più punti rispetto alla valutazione precedente, mentre in fase di forte recupero si trovano Indonesia, Colombia e Belgio.
L’analisi di sostenibilità del Paese offre una visione alternativa dei fattori trainanti del cambiamento per un’economia, e fornisce agli investitori informazioni sui punti di forza e di debolezza di uno Stato utilizzando un’ampia selezione di indicatori Esg. Il focus è sui fattori di medio-lungo termine che vanno oltre ai criteri presi in considerazione dai tradizionali rating di credito, e che hanno un impatto diretto o indiretto sulla capacità di un governo di fare fronte al proprio debito sovrano.
Il Csr fornisce un punteggio Esg per i Paesi sulla base di 17 indicatori, con una ponderazione del 15% per i fattori ambientali, del 25% per i fattori sociali e del 60% per la governance. I punteggi si basano su oltre 200 serie di dati sottostanti provenienti da fonti internazionali, che includono organizzazioni come la Banca Mondiale, le Nazioni Unite, le agenzie governative e le Ong. «Negli ultimi anni vari eventi, dalla crisi del debito sovrano in Europa alla primavera araba e la crisi in Ucraina, hanno chiarito la rilevanza di questo tipo di informazioni per gli investitori», sottolinea RobecoSam in una nota.
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