Shareholder Rights, licenziato il decreto. Ecco chi ha detto la sua
Approvato in via preliminare dal Consiglio dei ministri nella riunione del 7 febbraio il decreto legislativo in attuazione della direttiva (UE) 2017/828, Shareholder Rights, che modifica la direttiva 2007/36/CE e introduce nuove misure volte a incoraggiare l’impegno a lungo termine degli azionisti. Il documento arriva dopo la consultazione con gli stakeholder lanciata dal Mef e terminata il 18 dicembre 2018 a cui hanno partecipato 19 soggetti. In particolare, sul fronte delle imprese hanno inviato osservazioni le associazioni Assonime e Confindustria (leggi anche l’articolo di ETicaNews “Shareholder Rights, i dubbi di Assonime”, l’Abi, così come Unipol, unica impresa a far pervenire le proprie osservazioni singolarmente. Sul fronte degli investitori, si segnala l’UnPri, l’intervento di Assogestioni e di Assosim e quello dei fondi pensione con Assoprevidenza e Mefop (leggi anche l’articolo di ETicaNews “Mefop: «Shareholder Rights? Non serve imporre. Serve fare cultura»”). Ben rappresentate, come prevedibile, le società di proxy voting e di consulenza sulla governance: Frontis Governance, Glass Lewis, Minerva Analytics, Pirc. Presente anche Borsa Italiana e il mondo accademico italiano, con l’Università Bocconi, e stranierio con un documento congiunto dell’Università di Glasgow e l’Università di Warwick. Infine, non mancano gli studi legali con i documenti di Nctm, Studio Carbonetti, Trevisan & Associati e Gerin-Tropei.
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