Nielsen, aumentano gli italiani che acquistano marchi etici in negozio

4 Giu 2018
In breve Tools & Research Commenta Invia ad un amico

Si conferma l’interesse per i marchi etici da parte dei consumatori. Che diventano più accessibili, per quanto non aumenti la consapevolezza complessiva. Anzi, rimane intatto il nucleo di diffidenza. Sono alcuni dei risultati di una ricerca condotta da Nielsen per Fairtrade, datata 31 maggio 2018. Secondo l’analisi, sempre più italiani dichiarano di acquistare prodotti etici nei negozi alimentari generici, ovvero supermercati, ipermercati e discount. Si tratta di oltre la metà del campione, 51%, a fronte del 36% registrato nel 2014. Per contro, si riduce il numero di coloro che si affidano solo a canali specializzati (il 65% contro il precedente 73%). Mentre resta alta l’affidabilità (il 65% li ritiene molto o abbastanza affidabili), seppure rimanga identica al 2014. Questo perché gli italiani continuano a non fidarsi in merito ai controlli e alla veridicità del percorso “etico” del prodotto.

Importante, dunque, il ruolo dei brand di garanzia. Infatti, rispetto a quattro anni fa, i consumatori affermano una maggiore preferenza per i prodotti del commercio equo e solidale (si passa dal 23% del 2014 al 29% di quest’anno).

 

 

 

 

 

 

I dati sono stati diffusi in un evento organizzato da Faitrade (vai ai materiali del convegno) a Milano, nel corso del quale sono stati comunicati i dati 2017.  Lo scorso anno, i consumatori italiani hanno speso ben 130 milioni di euro per i prodotti del commercio equo certificati Fairtrade.

Il marchio internazionale di certificazione, presente su più di 750 prodotti in oltre 5.000 punti vendita del Paese, assicura ai consumatori che gli agricoltori dei Paesi in via di sviluppo ricevano migliori condizioni commerciali e di lavoro. Nella pratica, Fairtrade prevede il pagamento del Premio Fairtrade alle organizzazioni di Asia, Africa e America Latina all’origine delle filiere, ovvero un margine di guadagno aggiuntivo per avviare progetti sanitari, di emancipazione sociale, o di miglioramento della produzione. Inoltre, per la maggior parte delle materie prime, è previsto il pagamento di un Prezzo Minimo Fairtrade, tale da coprire i costi medi per una produzione sostenibile.

Tra le novità che si prospettano per l’anno in corso, l’introduzione, a livello internazionale, dei “Marchi di Ingrediente Fairtrade”. Le aziende partner del circuito, a fronte di un impegno di acquisto di materie prime certificate Fairtrade da utilizzare in prodotti multingrediente, potranno avvalersi dell’utilizzo di marchi specifici per la tipologia di materia prima acquistata.

0 commenti

Lascia un commento