Gli stipendi dei ceo non sono mai stati così alti rispetto ai loro dipendenti. Ma almeno oggi lo devono dichiarare, grazie all’entrata in vigore del Dodd-Frank Act che stabilisce in capo alle azienda Usa il dovere di comunicare il rapporto tra la remunerazione dei ceo e la remunerazione media dei dipendenti.
Un’analisi di Bloomberg cita infatti casi eccellenti della distanza spesso abissale che separa le remunerazioni dei ceo da quelle dei lavoratori medi delle stesse aziende. E che può arrivare anche a 2000 volte in più. Spesso concorrono certo premi una tantum. Come nel caso di Frank Bisignano, ceo di First Data Corp, lo scorso anno ha guadagnato 102,2 milioni di dollari, ovvero 2028 volte in più di uno stipendio medio nella sua azienda. Tolti i 92,7 milioni di dollari conferitigli per “trattenerlo” in azienda pe ri prossimi sette anni (una sorta di “premio di retention”), il rapporto dichiarato dall’azienda si riduce a 257 a 1 (contando che un lavoratore medio della stessa azienda guadagna circa 50.406 dollari).
Il range è quanto mai ampio: sul Russell 1000 e sull’S&P500 si va dalla virtuosa Berkshire Hathaway (2 a 1) alla voragine di Aptiv dove la distanza è di 2526 a 1.
In media, ha rilevato una ricerca di Afl-Cio sulle quotate dell’S&P 500, i leader delle aziende hanno percepito nel 2016 un salario superiore di circa 347 volte quello della media dei propri dipendenti. Mentre nel 1938, per fare un confronto, il rapporto era 41-1.
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