et.impact - il dibattito al Salone dello Sri 2017
Calcolare l’impact spingerà lo Sri
Non sono solo responsabili dal punto di vista sociale e ambientale, ma sempre più spesso gli investimenti Sri rappresentano anche quella parte della finanza vicina all’economia reale. Se questo è ormai un dato condiviso, dai risparmiatori arriva una domanda crescente di informazioni. Capaci di tradurre in numeri la connessione tra strumento e target dell’investimento. O, in altre parole, di esprimere quale e quanto è l’impatto. Tema affrontato anche in una delle tavole rotonde del Salone dello Sri 2017, tenutosi il 14 novembre scorso.
Sella Gestioni, che nel 2015 ha lanciato il primo fondo italiano a impatto, la vede come la terza dimensione dell’investimento. Che gradualmente, da linea è diventato figura bidimensionale e poi ha acquisito volume: «Un tempo si guardava solo al rendimento. Poi l’evoluzione della cultura finanziaria ha fatto sì che si iniziasse a parlare anche di rischio. Il salto che abbiamo fatto noi è stato aggiungere un terzo elemento, l’impatto previsto e ottenuto», ha detto l’ad della Sgr Nicola Trivelli. Una dimensione fortemente correlata alle altre: «L’impatto abbassa il rischio: società che hanno certi obiettivi sociali e ambientali, infatti, riescono a gestire i rischi in maniera più efficace, assicurando quindi migliori performance nel tempo».
Dopo il primo report di impatto in Italia pubblicato da Sella Gestioni, anche Etica Sgr ha deciso di imboccare la strada di una rendicontazione più puntuale. E, in questo caso, non su un fondo impact, ma su un fondo “tradizionale”. Al Salone dello Sri il direttore generale Luca Mattiazzi ha presentato il primo report d’impatto della società, che punta a misurare quanto i propri investimenti siano in linea con alcuni dei Sustainable Development Goal strategici per la Sgr (uguaglianza di genere, lavoro dignitoso e crescita economica, consumo e produzione responsabili, agire per il clima, la vita sulla terra). «Secondo il nostro report – ha spiegato -, l’impatto generato dalle 120 aziende del fondo Etica azionario è superiore rispetto al mercato: parliamo del 43% in più per gli impatti ambientali, il 28% in più per quelli sociali e il 21% per quelli di governance». Non solo: nel fondo ci sono il 30% in più di aziende impegnate per la riduzione dei rifiuti, il 51% in più di imprese con politiche di taglio delle emissioni e il 35% in più di società impegnate per salvaguardare la biodiversità rispetto al mercato.
Iniziative di comunicazione che puntano a traghettare l’impact dagli investitori istituzionali al retail. In mezzo ci sono i family office che sono sempre più attivi sul fronte Esg. «I crescenti investimenti in questa direzione sono dettati dai valori delle famiglie, ma hanno anche un obiettivo reputazionale e di creazione dell’identità», ha evidenziato Michela Guicciardi di Aifo, l’associazione italiana dei family officer. «Le giovani generazioni si trovano ad ereditare patrimoni che non hanno contribuito ad accumulare e puntano a investirli in maniera responsabile, perché gli intangibili sono i veri asset di domani». Intangibili che gli operatori finanziari puntano a democratizzare sempre più: «Il nostro obiettivo è rendere accessibile l’impatto, aprendolo anche al retail. Per questo un segmento del nostro fondo è anche quotato presso la Borsa italiana», ha concluso Trivelli.
Veronica Ulivieri
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