gestori e aziende discutono della disclosure low carbon
Il clima? Un asset aziendale strategico
Quali iniziative stanno mettendo in campo le imprese per muoversi verso un’economia low carbon? E che ruolo sta avendo il mondo degli investitori istituzionali dopo Cop21? La riflessione sul climate change è ormai avviata tra i professionisti della finanza e degli investimenti con l’obiettivo di comprendere quali impatti avrà sui mercati finanziari e sul modo di rendicontare delle imprese.
Anche gli analisti e i consulenti finanziari iniziano, quindi, a interrogarsi sulla relazione tra il climate change e le strategie di investimenti socialmente responsabili. Il gruppo di lavoro di Aiaf Mission Intangibles, l’Università di Milano-Bicocca e la fondazione Planet Life Economy Foundation (Plef) hanno per questo avviato il progetto di ricerca “Disclosure of climate risks and ESG information”. I risultati verranno pubblicati in un prossimo Quaderno Aiaf e saranno presentati in un convegno il prossimo 3 maggio.
L’incontro, di cui ETicaNews è mediapartner, vuole approfondire il punto di vista dei due lati dell’equazione. Da un lato, gli investitori che sempre più, nell’ambito delle loro strategie di investimento resposabile, stanno concentrando la loro attenzione su quelle pratiche che hanno un positivo impatto sul cambiamento climatico attualmente in corso, attraverso strategie di disinvestimento dai combustibili fossili, e sui rischi e sulle opportunità di una transizione verso una economia a basso utilizzo del carbone. Tra i partecipanti, interverranno quindi Amundi, Cdp, Deutsche Bank, Eurizon Capital Sgr, Vigeò Eiris.
Dall’altro, le imprese che, nello sviluppare modelli di reporting aziendale con informazioni di carattere non finanziario sugli impatti ambientali e sociali, devono preoccuparsi di come fornire queste informazioni in modo che la comunicazione sia chiara, completa, coerente, attendibile e comparabile. Porteranno il loro punto di vista le Assicurazioni Generali, Ecpi, Erg, Pirelli, Sofidel, Utilitalia.
Il dibattito è più che mai aperto soprattutto alla luce delle ultime mosse dell’amministrazione Trump. «Non tutti gli investitori istituzionali sono convinti che è in atto un cambiamento climatico tale da influenzare in modo significativo il valore dei loro portafogli», spiegano sulla rivista Aiaf Andrea Gasperini che coordina il gruppo di lavoro Mission Intangibles, e Federica Doni, ricercatore di Economia aziendale della Bicocca, sottolineando come il timing si stia rivelando una variabile da tenere in forte considerazione alla luce del commitment espresso dal presidente americano a favore dello sfruttamento dei combustibili fossili per sostenere la crescita economica.
«Asset manager che già stanno disinvestendo da azioni in società con un elevato indice di carbon footprint – spiegano – corrono il rischio di realizzare rendimenti inferiori al loro benchmark per tutto il tempo in cui le politiche di mitigazione del clima vengono posticipate e l’aspettativa da parte dei mercati finanziari per una loro introduzione rimane bassa. Il trend green è inarrestabile, tuttavia se il nuovo percorso dell’economia americana comporterà un rallentamento nella regolazione ambientale, estrema attenzione deve essere posta al “timing” in cui prendere determinate decisioni di disinvestimento / reinvestimento».
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