Si può fare anche crowdfunding nell’app Tinaba pensata per i pagamenti p2p
Il banchiere Matteo Arpe ha presentato nei giorni scorsi Tinaba, una startup il cui nome è una sigla che sta per “This is not a bank”. In sostanza si tratta di una app per il p2p, peer to peer, che punta a conquistare il mercato con l’azzeramento dei costi di transazione, anche per gli esercenti. La promessa è «poter spostare anche un centesimo, senza nessun costo, tutte le volte che uno vuole», un’opzione tutt’altro che teorica se si pensa ai micropagamenti su Internet. «Ha richiesto due anni e mezzo di lavoro, 30 milioni di investimento e l’attività di 60 dipendenti», ha raccontato il fondatore di Sator presentando quella che tecnicamente è una piattaforma mobile per pagare, scambiare denaro ma anche per partecipare a raccolte di crowdfunding dal proprio smartphone. Come per le carte di credito tutto dipenderà dalla diffusione effettiva.
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