Le società che pagano i propri executive molto di più dei loro impiegati tendono a essere meno profittevoli nel lungo periodo di quelle che hanno poca differenza tra i livelli di remunerazione di vertici e dipendenti. Lo indica uno studio Msci citato da Bloomberg sulla base di un’analisi sui margini operativi medi tra il 2009 e il 2014 per settore di attività. In particolare, lo studio rileva che i profitti operativi medi del periodo sono risultati inferiori per le compagnie con alte differenze nelle remunerazioni in tutti i settori con l’eccezione del comparto dei materiali. Il salario medio dei lavoratori è stato calcolato da Msci dividendo i costi del lavoro riportati dalle società per il numero di dipendenti.
«Ci si aspetterebbe di vedere risparmi da bassi costi del lavoro, ma in realtà non è stato così» ha detto Samuel Block, un analista senior di Msci citato da Bloomberg. Per quanto riguarda l’analisi del gap di remunerazione per settore, i beni di consumo sono il comparto con la sproporzione maggiore tra i salari del dipendente e i compensi dei vertici, seguiti dai beni di consumo durevoli, dall’health care, dai finanziari, dalle utility e dall’energia. Nel 2017 una norma della Sec obbligherà le società a comunicare il rapporto tra la paga del ceo e un lavoratore medio.