Il China-ASEAN Environmental Cooperation Center (Caec), nato nel 2010 dietro la spinta dell’allora premier cinese Wen Jiabao, ha pubblicato una ricerca su come l’iniziativa One Belt, One Road dovrebbe incorporare i principi degli investimenti sostenibili.
L’iniziativa One Belt, One Road (Obor) è il piano strategico di collaborazione economica che unisce lo storico percorso via terra della Via della Seta alla via marittima concepita nel XXI secolo per offrire nuove prospettive di sviluppo per le realtà cinesi e internazionali e punta promuovere l’influenza e i legami commericali della Cina con quasi 60 Paesi.
La ricerca, co-pubblicata con Wwf China, esamina le esperienze di altre istituzioni multiratelari nella gestione dell’ambiente e delle tematiche sociali concludendo che “l’implementazione di una Via della Seta verde richiede che vengano formulati e introdotti meccanismi di investimenti e finanza verdi che riflettano alti standard di protezione ambientale, che si incoraggino le imprese a rispondere alle loro responsabilità ambientali e che si stabilisca una lista di esclusione e una lista nera per le imprese che violano le leggi ambientali”. Trattandosi di una iniziativa che si estende su quasi 60 paesi dalla Cina all’Europa, Obor beneficerebbe dall’avere forti controlli ambientali a livello finanziario per evitare progetti inquinanti destinati a rimanere per decenni.
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