Aice: la sicurezza delle persone passa anche dall’adozione del regolamento Ue CPR
Possibile che ancor oggi un principio d’incendio generi tanto danno, come è accaduto nel caso del disastro che ha messo in ginocchio l’Aeroporto di Fiumicino nei giorni scorsi e che continua a penalizzare fortemente il funzionamento dello scalo romano e dei trasporti nel Paese? Non secondo Aice, l’Associazione che all’interno di Federazione Anie rappresenta le aziende produttrici di cavi per energia e accessori, cavi per comunicazione e conduttori per avvolgimenti elettrici. Stefano Bulletti, presidente Aice, ha voluto sottolineare che sul tema dell’utilizzo di tecnologie avanzate e più sicure nell’edilizia e negli impianti dei cavi «la Comunità europea si è già adoperata emettendo una norma di riferimento (ovvero il Regolamento Prodotti da Costruzione EU 305/11).
Il regolamento CPR nasce infatti per far fronte ad una delle preoccupazioni principali delle autorità europee: la sicurezza delle persone e dei beni in caso di incendio. Sicurezza che si è tradotta nella determinazione di criteri di valutazione delle prestazioni che i prodotti che devono soddisfare in caso di incendio. La Commissione Europea ha quindi deciso di introdurre una classificazione specifica per i cavi, riconoscendo l’importanza del loro comportamento al fuoco ed il loro ruolo in caso di incendio. Detta classificazione si applica a tutti i cavi installati permanentemente nelle costruzioni, siano essi per il trasporto di energia o di segnali, con conduttori di rame, alluminio o fibra ottica. Spetta ora alle autorità nazionali di ogni paese determinare quali classi di prestazione si applicano nei differenti ambiti. Le prestazioni di un prodotto, e quindi l’appartenenza ad una determinata classe, devono essere poi controllate e certificate da organismi indipendenti (notified bodies)».
Bulletti ha inoltre precisato sul tema della sicurezza che «come Associazione dei Cavisti Italiani ci adopereremo perché il recepimento del regolamento Europeo sia il più possibile esteso e chiaramente normato in Italia a beneficio della sicurezza delle persone, dei beni e delle attività di comune interesse. Ben consapevoli, purtroppo, che ad oggi l’utilizzo dei cavi LS0H (low smoke zero halogen), che uniscono la capacità di non propagare l’incendio e non rilasciare il calore con quella di avere una bassa emissione di fumi e gas tossici, è pari a circa un decimo del consumo totale di cavi installati in opere civili (abitazioni, ospedali, musei, centri commerciali, aeroporti)».
«Non abbiamo certezze riguardo l’accaduto, ma a meno di concomitanze eccezionali, difficilmente un principio d’incendio per cause elettriche scatena tanti danni in un tempo così rapido. A condizione che, ovviamente, siano usati i cavi adeguati» ha chiarito il presidente Aice.
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