Le economie del mondo hanno mantenuto stabili, nel 2014, le risorse destinate all’Aiuto Pubblico allo Sviluppo (Aps). L’informazione, secondo i dati Ocse, non è trascurabile alla luce di una crisi economica ancora aperta e delle politiche di austerità in cui versano molti Paesi donatori. Tuttavia, il risultato complessivo nasconde una realtà diversa. Alcuni Paesi, come Norvegia, Danimarca e Regno Unito, hanno superato l’impegno di destinazione dello 0,7% del pil in Aps. Questo ha mascherato lo scarso rendimento di gran parte degli altri Paesi donatori che non hanno mantenuto fede agli impegni di lotta alla povertà nel mondo. Alcune performance particolarmente deboli in Europa si rintracciano ad esempio in Francia che per il quarto anno consecutivo ha tagliato l’ammontare di risorse e in Spagna che ha registrato il più basso livello di contributi dal 1989. Gli Stati Uniti, pur restando il maggior donatore in termini assoluti, con un ammontare pressoché stabile rispetto all’anno precedente, sono ancora ben lontani dal contribuire in maniera proporzionata al proprio Pil, attestandosi a oggi allo 0,19 per cento.
L’Italia nel 2014 ha destinato in Aps lo 0,16% del proprio bilancio, una cifra rimasta stabile rispetto all’anno precedente che sconta il grande ritardo accumulato negli anni precedenti, ma che può rappresentare un punto di partenza se, con la nuova legge sulla cooperazione, verrà confermata la volontà politica di concretizzare un riallineamento progressivo verso la media di Aps degli altri Paesi Ocse.
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