Corporate Knights: 7 previsioni Esg (con fiducia) sul 2025

13 Gen 2025
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Nonostante l’imminente amministrazione Trump e il suo programma di negazione del clima, le prospettive per la finanza sostenibile nel 2025 potrebbero essere positive. Lo scrive, in una interessante analisi in sette punti su Corporate Knights (rivista canadese), Eugene Ellmen, ex direttore esecutivo della Canadian Social Investment Organization. «Attacchi anti-Esg più forti del previsto negli Stati Uniti o in Europa potrebbero mettere a dura prova gli investimenti verdi nel 2025», afferma Ellmen. «Ma al momento sembra che nell’ultimo decennio gli investimenti sostenibili abbiano acquisito una forza sufficiente per resistere alla crescente reazione conservatrice».

Questi i sette aspetti su cui si giocheranno le principali sfide 2025, con relativa riflessione

1) Negli Usa, gli investitori sostenibili affronteranno attacchi su tre fronti: Shareholder rights; Climate disclosure; ESG fiduciary rights

L’attacco dell’amministrazione Trump ai diritti degli azionisti scoraggerà gli investitori dall’esercitare il loro diritto di presentare proposte di investimento su questioni Esg. Tuttavia, per quanto riguarda la divulgazione del clima e i diritti fiduciari, ciò creerà confusione normativa più che una barriera solida agli investimenti sostenibili.

2) Le proposte degli azionisti sui temi Esg diminuiranno in numero e sostegno

Nel 2025, si attendono proposte Esg meno numerose ma più mirate, in grado di ottenere un maggiore sostegno da parte dei proprietari e dei gestori di patrimoni.

3) Gli investitori focalizzati sull’Esg a lungo termine manterranno la rotta

Le strategie Esg sono diventate parte integrante di gran parte dei settori proprietari e gestori di asset a lungo termine. Nel 2025 ci si aspetta una crescita continua degli asset di finanza sostenibile da parte di questi investitori, soprattutto da parte dei fondi pensione che soppesano i rischi in evoluzione di caldo, inondazioni e tempeste e le trasformazioni economiche dovute al cambiamento climatico.

4) Gli investitori di fondi comuni ed Etf a breve termine rientreranno con cautela nel mercato dei fondi sostenibili

Ci si aspetta che gli afflussi di fondi comuni ed Etf sostenibili raggiungano il livello minimo nel 2025 e che gli investitori tornino ad acquistare questi prodotti, poiché i tassi d’interesse a lungo termine migliorano le condizioni per le obbligazioni verdi e i titoli rispettosi del clima e gli investitori europei acquisiscono maggiore familiarità con le regole di divulgazione dei fondi Esg.

5) L’Europa semplificherà, non eliminerà, le norme sull’informativa Esg

La Commissione europea dovrebbe rivedere i requisiti informativi nel 2025, con l’obiettivo di arrivare al nocciolo dei risultati della sostenibilità e non di buttare via l’intero quadro in un attacco all’Esg in stile statunitense.

6) Il Canada diventerà un leader degli investimenti in transizione

La tassonomia aiuterà il Canada a diventare leader nei progetti di transizione in settori come l’acciaio e il cemento verdi e la graduale eliminazione dei combustibili fossili con l’energia pulita. Sempre che la tassonomia venga finalizzata nella precaria situazione in cui versa l’attuale governo.

Il Canada imporrà l’obbligo di rendicontazione completa delle emissioni di carbonio. Ma non nel 2025

L’Alberta si opporrà quasi sicuramente alla divulgazione completa, dal momento che l’industria del petrolio e del gas è responsabile di circa il 30% delle emissioni totali del Canada, in particolare per quanto riguarda lo scope 3. Ma mi sbilancio e prevedo che le altre province vinceranno questa battaglia, sostenendo il consenso attentamente elaborato dal Canadian Sustainability Standards Board per allineare il Canada all’Europa e a molte altre giurisdizioni nel 2027 e 2028.

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