da salone.SRI agli outlook 2025, con focus "fare sul serio"

Da Goldman ai commercialisti, in Transizione Esg

25 Nov 2024
Editoriali Companies & CSR Commenta Invia ad un amico
Un report di Gs mette nero su bianco il messaggio emerso all'evento milanese: il concetto di Transizione consente alla sostenibilità di diventare competitiva. Un tema che, secondo Fondazione commercialisti, si impone anche a livello aziendale

Il concetto di Transizione Esg appare tanto ampio e indefinito, quanto, nella realtà, sta spingendo il sistema a “fare sul serio” in termini di sostenibilità. Questo è uno dei takeaways di salone.SRI 2024, il cui titolo era, appunto, “La forza della Transizione Esg”: il leitmotiv della due giorne in Borsa Italiana è stato quello di un sistema in grado di andare a fondo sugli aspetti specifici riguardanti la sostenibilità, usando i temi environmental, social e governance per individuare rischi e opportunità concrete. Oppotunità di impatto, ma anche di ritorno finanziario.

Ebbene, nelle stesse ore in cui chiudeva salone.SRI, è stato diffuso il documento “Asset Management 2025 Outlook” di Goldman Sachs. Uno dei gruppi finanziari più grandi del mondo. Uno dei principali portabandiera Usa, aspetto che si riflette in una grande cautela nel menzionare l’acronimo Esg.

Tuttavia, Goldman dedica un paragrafo molto interessante alla sostenibilità, nelle sue proiezioni sul prossimo anno. E sottolinea esattamente il cambio di passo del sistema emerso a salone.SRI. «Vediamo – scrivono gli analisti della banca d’affari – che gli investitori tornano a concentrarsi sulla materialità finanziaria. Allontanandoci dalle esclusioni semplicistiche dei settori e da una ristretta selezione di titoli a basse emissioni, riteniamo che un ampliamento dell’universo investibile porterà a un maggiore impatto sul mondo reale […] Questo rappresenta un notevole cambiamento rispetto ai primi tempi degli investimenti sostenibili, quando molti investitori si concentravano su settori a bassa emissione di carbonio, considerati più positivi per l’ambiente. Questa evoluzione può essere vista nella crescita delle strategie di “transizione” e di “miglioramento” che tendono a investire di più in società che si prevede miglioreranno la sostenibilità delle loro operazioni e dei loro prodotti».

È significativo come questa attitudine al “fare sul serio” emerga anche a livello di impresa. O meglio, nelle percezione dei consulenti aziendali. Interessante, a questo riguardo, il lavoro pubblicato a inizio novembre dalla Fondazione Nazionale dei commercialisti, a firma Lorenzo Magrassi. Si tratta di un analisi dal titolo già esplicativo “Professionisti e aziende nello scenario della sostenibilità”. L’obiettivo è quello di disegnare il complesso mondo Esg in cui l’impresa si muove, tracciarne le direzioni strategiche, e trarne le indicazioni per il lavoro dei commercialisti.

«Ci si trova quindi – scrive Magrassi – in un universo straordinariamente più esteso rispetto a quello da cui tutto ebbe origine: quello della rendicontazione. Per intercettare quei rischi geopolitici transazionali o planetari, allo scopo di attutirne le ripercussioni nei rapporti economici e sociali e per salvaguardare le condizioni di continuità e di sviluppo nella cornice di sostenibilità sistemica, occorre sviluppare un approccio diverso da quello tradizionale, un approccio integrato, con cui rispondere alle nuove esigenze delle imprese, che non si limiti a prendere in considerazione gli aspetti Esg, ma consenta altresì di ripensare strategicamente l’azienda e il suo modello di business, anche in chiave di sostenibilità economica».

Insomma, il percorso della sostenibilità sembra essere arrivato a una fase, quella della Transizione Esg, in cui si è concretizzato quell’elemento concettuale e strategico necessario alla sua piena integrazione nel sistema: la convenienza economica.

Proprio lo spostamento al futuro degli impatti Esg, infatti, consente di trasformare gli impegni sostenibili in promesse di sviluppo strategico. O forse, ancor meglio, consente di portare alla luce ciò che finora è rimasto troppo implicito: il vantaggio competitivo di trasformarsi in chiave ambientale, sociale e di governance.

Quando, alla fine dello scorso anno, si è immaginato il concetto della Transizione Esg come simbolo del 2024, al punto da renderlo il concept di salone.SRI, è stato una scommessa.

Oggi quella scommessa è vinta. E, guardando al futuro, è assai facile prevedere che il tema della Transizione (e la sua misurazione in termini di impatti Esg) sarà integrato nel sistema per un lungo periodo.

0 commenti

Lascia un commento