Meta, in Europa supermulta. In Usa rischio spezzatino
Pioggia di guai Antitrust su Meta per eccesso di posizione dominante. Il gruppo Meta, proprietario di Facebook, dovrà affrontare un processo in una causa della Federal Trade Commission degli Stati Uniti che chiede lo spezzatino dei suoi asset. Le accuse, infatti, sono di aver acquistato Instagram e WhatsApp per schiacciare la concorrenza emergente nei social media.
Lo ha stabilito un giudice di Washington, James Boasberg, che ha respinto in larga misura la mozione di Meta per porre fine alla causa intentata contro Facebook nel 2020, durante l’amministrazione Trump, in cui si sosteneva che la società avesse agito illegalmente per mantenere il monopolio del social network, acquisendo Instagram nel 2012 e WhatsApp nel 2014 per eliminare le minacce nascenti invece di competere da sola nell’ecosistema mobile, sostiene l’Antitrust americano.
In Europa le cose non vanno meglio. Sempre nei giorni scorsi, la Commissione Ue ha comminato una sanzione da 797,72 milioni di euro per violazione delle normative sulla concorrenza: secondo quanto riporta un comunicato, il gruppo avrebbe illecitamente collegato le inserzioni pubblicitarie di Facebook Marketplace al social network Facebook, imponendo condizioni inique sulle inserzioni di altri provider.
Un altro elemento nel mirino sono le condizioni imposte agli altri operatori di inserzioni pubblicitarie che utilizzano le piattaforme Meta.
La decisione segue la procedura avviata nel giugno del 2021 che venne eseguita nel dicembre del 2022 da una comunicazione di addebiti, a cui Meta rispose nel giugno dello scorso anno. «Ora Meta deve mettere fine a questi comportamenti», ha affermato la vicepresidente della commissione europea uscente, Margrethe Vestager, responsabile della concorrenza.
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