Kpmg passa in rassegna la Tassonomia in 291 aziende Ue

11 Nov 2024
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Kpmg presenta un’analisi, titolata Navigating Eu Taxonomy, dei numeri della Tassonomia nei report di 291 aziende europee. A partire dal 2024, scrivono gli autori, la maggior parte delle grandi aziende ha pubblicato per la terza volta i propri rapporti sulla Tassonomia Ue e, dal primo anno di applicazione, i requisiti di rendicontazione sono aumentati gradualmente. Le aziende sono passate dall’obbligo di rendere note solo le attività “potenzialmente sostenibili” (ammissibili alla Tassonomia) nei rapporti pubblicati nel 2022, all’obbligo di valutare l’allineamento alla Tassonomia per i primi due obiettivi ambientali e l’ammissibilità per altri quattro obiettivi. Questo non solo ha modificato l’impegno generale richiesto per l’analisi, ma ha anche portato a coprire un numero maggiore di aziende e di modelli di business, facendo potenzialmente chiarezza sugli sforzi di sostenibilità di un numero maggiore di settori.

«Lo studio di quest’anno – scrive Kpmg – fornisce preziose informazioni sulle informazioni della Tassonomia Ue di 291 grandi gruppi europei di interesse pubblico. Abbiamo analizzato quali numeri di ammissibilità e allineamento sono stati riportati in media nei diversi settori e se questi, così come le informazioni qualitative che li accompagnano, sono migliorati rispetto all’anno precedente. Abbiamo anche analizzato come è cambiata l’ammissibilità complessiva con l’introduzione di nuove attività per i quattro obiettivi ambientali rimanenti».

Per le aziende che dichiarano una eligibility maggiore di zero, il fatturato medio ammissibile e allineato è stato rispettivamente del 44% e del 21%, il Capex medio ammissibile e allineato è stato del 48% e del 24% e l’Opex medio ammissibile e allineato pari al 44% e 26 per cento. Tutte le medie sono state superiori a quelle del periodo di riferimento precedente, con la differenza maggiore registrata nella media CapEx ammissibile, che ha registrato un aumento di 8 punti percentuali.

Il 76% di tutte le aziende del campione ha dichiarato almeno un minimo fatturato ammissibile, un dato superiore a quello rispetto all’anno scorso, quando la percentuale era solo del 60 per cento.

Le informazioni qualitative variano per lunghezza e contenuto, suggerendo ancora una mancanza di best practice.

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