Cdp, cresce il reporting su natura e biodiversità
La misurazione degli impatti aziendali sulla natura e sulla biodiversità sta accelerando, come evidenziato dagli ultimi dati Cdp. Un anno dopo l’adozione del Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework (Gbf) nel 2022, spesso chiamato il “Parigi per la natura,” si osserva un aumento delle aziende che riportano dati sulla biodiversità. La trasparenza sui dati riguardanti l’acqua spinge il miglioramento. Infatti, più del 99% delle aziende incluse nell’analisi valuta attivamente le proprie dipendenze dall’acqua, e tra il 2022 e il 2023 si è osservato un incremento del 24% di imprese che effettuano questa valutazione. Invece, per quanto riguarda il tema delle foreste, nel 2023, solo il 29% delle aziende ha pubblicato la propria impronta di deforestazione. Inoltre il report sottolinea che nonostante i livelli globali di deforestazione rimangano elevati, tra le aziende che hanno comunicato la loro impronta, molte hanno registrato una riduzione della deforestazione rispetto al 2022. «Questo progresso riflette l’interesse delle aziende nel rendere conto delle proprie pratiche e nell’assumere maggiore responsabilità ambientale, soprattutto ora che i leader globali si riuniscono alla Cop16 in Colombia per discutere l’implementazione del Gbf», si legge nel report.
Nonostante questi passi avanti, permangono lacune significative. Meno del 10% delle aziende valuta la propria dipendenza dalla biodiversità, una mancanza che comporta potenziali rischi finanziari, dato che la perdita di biodiversità potrebbe costare all’economia globale tra 4 e 20 trilioni di dollari all’anno.
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