Al Salone del Risparmio, il tema “È ancora tempo di ESG!”
La sfida climatica e della giusta transizione rimangono urgenti e la direzione intrapresa appare corretta: come possono imprese, società di gestione e investitori impegnarsi per integrare i principi di salvaguardia dell’ambiente, la valutazione della ricaduta sociale e il rispetto per le buone pratiche di governance nelle proprie scelte?
Di questo si è discusso ieri, al Salone del Risparmio, nella conferenza “È ancora tempo di ESG!” grazie al dibattito tra Marco Becht, professore di finanza dell’Université libre de Bruxelles ed Executive Director del European Corporate Governance Institute (Ecgi) e Fellow al Centre for Economic Policy Research (Cepr), e Michele Siri, Direttore Jean Monnet Center of Excellence Eusfil e ordinario all’Università di Genova, moderato da Manuela Mazzoleni, Direttore Sostenibilità e Capitale Umano di Assogestioni.
In particolare, Becht ha evidenziato come «sì, “È ancora tempo di ESG”, oggi più che mai. Il rischio climatico non è una questione di fede, ma un fatto concreto che deve essere affrontato. L’Esg non porta con sé soltanto una questione di gestione del rischio, ma anche un movimento che parte da un atto di fede, e che richiede un impegno politico concreto. Tuttavia – ha concluso Becht – nonostante le leggi nazionali esistenti e gli sforzi delle società europee nel dichiarare il loro impegno ai national pledges, si nota una mancanza di azione da parte delle istituzioni».
Siri nel suo intervento ha sottolineato che «è essenziale comprendere che i fattori Esg sono fondamentali per il corretto funzionamento dei mercati, indipendentemente dalla domanda degli investitori. Un regime robusto di trasparenza e informativa sui fattori Esg è necessario per garantire l’efficienza del mercato e dei meccanismi di formazione dei prezzi, soprattutto per quanto riguarda il rischio ambientale. L’effetto ultimo che l’Esg ha sul meccanismo di formazione dei prezzi fa sì che le società che non valorizzano adeguatamente il rischio climatico iniziano a trattare a sconto, e ci dobbiamo chiedere se questo non comporti un costo del capitale più elevato. Peraltro, è ciò che la Bce sta chiedendo oggi alle banche».
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