L'iniziativa della Banca africana di sviluppo
In Africa debuttano le prime banche verdi
Nel continente africano stanno nascendo le prime strutture di finanza verde in istituzioni finanziarie pubbliche. Sotto la guida della Banca africana di sviluppo (Afdb), la principale istituzione finanziaria per lo sviluppo dell’Africa che fornisce risorse fiscali ai Paesi membri regionali per una crescita resiliente, verde e sostenibile, diverse nazioni africane sono al lavoro per istituire le cosiddette “Green Bank”. L’Afdb ha già raccolto 142 milioni di dollari per la banca verde del Ruanda, che inizierà a concedere prestiti a progetti climatici nel 2024. Anche Egitto, Marocco, Benin e Costa d’Avorio hanno iniziato il processo per istituire le loro banche verdi. Il progetto fa parte dell’iniziativa African Green Bank, lanciata a novembre dell’anno scorso.
Come anticipato dalla rassegna sostenibile di questa settimana (OB/ 354 “Clima, l’Africa lancia le sue prime banche verdi”), negli ultimi anni, nel continente è aumentata la necessità di costruire infrastrutture per resistere a condizioni meteorologiche estreme e costruire impianti di energia pulita. Allo stesso tempo, secondo i dati dell’Ocse, la promessa di fornire 100 miliardi di dollari in finanziamenti annuali per il clima da parte dei Paesi sviluppati non è stata mantenuta fino all’anno scorso. Questo impasse ha spinto la creazione di banche locali focalizzate sui progetti climatici, che possono attingere a finanziamenti agevolati e concedere prestiti in valuta locale, riducendo il rischio per gli investitori.
L’AFRICAN GREEN BANK
L’iniziativa African Green Bank, sostenuta anche da Climate Investment Funds, Canada Climate Action Africa, Green Bank Network e Amundi, mira a sostenere l’attuazione dei contributi determinati a livello nazionale, i Nationally Determined Contributions (Ndc), dei Paesi africani. Le nazioni del continente, infatti, devono affrontare sfide significative per il finanziamento della loro transizione climatica. Le esigenze di investimento derivanti dagli Ndc sono stimate a 2,8 trilioni di dollari entro il 2030, ma i fondi investiti nel continente rappresentano ancora una quota limitata dei flussi globali di finanza verde e la quota coperta dal settore privato rimane limitata. L’iniziativa della Banca africana di sviluppo per le banche verdi, quindi, è stata pensata come misura per facilitare l’accesso ai finanziamenti globali dal 3% attuale al 10% all’anno entro il 2030.
L’iniziativa è arrivata in seguito a una valutazione della Banca africana di sviluppo e di Climate Investment Funds in sei Paesi africani: Benin, Ghana, Mozambico, Tunisia, Uganda e Zambia. La valutazione ha rivelato che le banche verdi hanno un potenziale significativo per attrarre nuove fonti di fondi per investimenti verdi in Africa, quando sostengono lo sviluppo a basse emissioni di carbonio e resiliente ai cambiamenti climatici, attraverso la miscelazione di capitali e la mobilitazione di investimenti privati locali. Le Green Bank, quindi, avranno il compito di rafforzare la capacità delle istituzioni finanziarie locali di costruire solidi progetti verdi; ridurre i rischi degli investimenti; e migliorare la fiducia degli investitori a lungo termine verso progetti green in Africa.
AI BLOCCHI DI PARTENZA
L’iniziativa della Banca africana di sviluppo cerca di colmare il gap tra i finanziamenti attuali e quelli necessari al continente per adattarsi all’aumento delle temperature e agli eventi climatici più violenti. Gap a cui hanno contribuito anche le promesse di finanziamenti per il clima, per gran parte non mantenute da parte dei Paesi sviluppati. La Banca prevede di collaborare con istituzioni private per cofinanziare i progetti, in un approccio di finanziamento misto.
L’Afdb ha raccolto 142 milioni di dollari per la banca del Ruanda, grazie al contributo di 43 milioni di dollari da parte del Green Climate Fund e ai contributi del Global Climate Partnership Fund, dell’Agenzia danese per lo sviluppo internazionale, dell’Agence Francaise de Developpement e del governo del Regno Unito. Tuttavia, si stima che il Ruanda avrà bisogno di 11 miliardi di dollari entro il 2030 per raggiungere i suoi Ndc presentati all’Onu. Anche Egitto, Marocco, Benin e Costa d’Avorio stanno istituendo le loro banche verdi sotto la guida della Banca africana di sviluppo. E la speranza è che queste prime pioniere possano fungere da modello per tutta la regione africana.
Alessia Albertin
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