I negoziatori dell’Unione europea hanno raggiunto un accordo politico per la legge sulla natura, che contiene nuove regole per promuovere il ripristino della biodiversità e degli ecosistemi danneggiati.
Come anticipato dalla rassegna sostenibile di questa settimana (OB/ 352 “Ue, ‘annacquata’ la legge sulla natura”), l’accordo è arrivato dopo mesi di campagne e negoziati tra i fautori del disegno di legge e gli oppositori, i membri del Partito popolare europeo (Ppe), che sostengono che la legge danneggerebbe gli agricoltori europei e metterebbe a repentaglio la sicurezza alimentare del blocco.
Il testo finale prevede importanti concessioni ai legislatori conservatori, che indeboliscono alcune parti fondamentali della legge. Il testo invita i Paesi dell’Ue a dare priorità agli sforzi di ripristino dei siti protetti Natura 2000, ma non prevede l’obbligo legale di attuare le misure in altre aree naturali fino al 2030; resta volontario il ripristino di almeno il 30% delle torbiere drenate entro il 2030; ed è stata introdotta una clausola che consente ai Paesi di sospendere l’attuazione delle misure per un anno in caso di crisi alimentare.
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