I firmatari dei Principi delle Nazioni Unite per il Responsible Banking (UnPrb) non stanno facendo abbastanza per collegare le politiche retributive ai risultati di sostenibilità. È quanto emerge dal secondo progress report “Responsible Banking: Towards Real-world Impact”, il rapporto sui progressi del programma rilasciato ogni due anni, pubblicato il 22 settembre.
Come anticipato dalla rassegna sostenibile di questa settimana (OB/ 346 “Prb, banche indietro nella remunerazione legata agli Esg”), il documento rivela che solo il 38% delle 325 banche associate ai Prb ha reso la remunerazione soggetta a metriche relative alla sostenibilità nei quattro anni successivi al lancio dell’iniziativa. Anche il comitato consultivo e l’organo di governo dei Prb hanno evidenziato le lacune retributive e la necessità di una maggiore enfasi sul tema.
I firmatari hanno quattro anni per identificare le aree di impatto e adottare gli obiettivi, passati i quali rischiano di essere rimossi dal gruppo se si riscontra un «fallimento prolungato e inspiegabile nell’affrontare le carenze». Circa 100 banche che hanno aderito ai Prb nel 2019, quindi, saranno ora valutate in base ai loro progressi.
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