Giovani, un nuovo rapporto “sostenibile” con l’ufficio
In linea con i risultati globali, gli amici e la famiglia sono ciò che dà più “senso di identità” alla GenZ e ai Millennial italiani. Per il 68% della GenZ e il 71% dei Millennial questi due fattori sono più importanti della carriera, che, comunque, rimane un fondamentale elemento di identità per il 49% della GenZ e per il 62% dei Millennial. E se è vero che la vita extra lavorativa è molto importante per i giovani, non sorprende che la maggioranza di GenZ (80%) e Millennial (79%) lascerebbe il proprio lavoro se costretta a tornare in ufficio a tempo pieno. Lo rivela l’ultima edizione della “Deloitte Global GenZ and Millennial Survey”, condotta su un campione di oltre 22 mila persone in 44 Paesi del mondo e su oltre 800 giovani in Italia.
I GenZ e i Millennial italiani, inoltre, danno grande valore al tempo extra-lavorativo e hanno meno “problemi di disconnessione” rispetto ad altre generazioni. Più di un terzo controlla raramente o non controlla mai le e-mail al di fuori dell’orario di lavoro. Al desiderio di disconnessione dei giovani si accompagna la attenzione sempre più forte verso il tema della salute mentale: in Italia la GenZ risulta meno “stressata e in ansia” della media globale (44% ita vs 46% global), mentre i Millennial si dichiarano più ansiosi e stressati della media globale (42% ita vs 39% global). A pesare sullo stato di salute mentale sono soprattutto le preoccupazioni sul proprio futuro economico e sul benessere della propria famiglia: ne sono preoccupati il 45% della GenZ e il 47% dei Millennial nel primo caso, il 38% della GenZ e 41% dei Millennial in Italia nel secondo. Per garantire un migliore work-life balance il 38% dei Millennial e 39% della GenZ vorrebbe la settimana lavorativa da 4 giorni mentre il 32% dei Millennial e il 28% della GenZ insiste sull’importanza di garantire la possibilità di lavorare da remoto. In generale, il 73% della GenZ e il 78% dei Millennial in Italia dichiara che il tema della salute mentale è rilevante quando prende in considerazione un nuovo datore di lavoro.
Messa in secondo piano dall’inflazione, la preoccupazione per lo stato di salute del pianeta rimane comunque una delle principali fonti di ansia per le giovani generazioni. Un fenomeno che in Italia raggiunge livelli molto significativi: tra i GenZ italiani il 63% (contro il 60% della media globale) dichiara di essere stato preoccupato o in ansia per il clima nell’ultimo mese. Un livello analogo si registra tra i Millennial: il 64% degli italiani, contro il 57% della media globale, è preoccupato per il cambiamento climatico nell’ultimo mese. Per dare il proprio contributo alla sostenibilità ambientale, tra i ragazzi e le ragazze italiane i comportamenti più diffusi sono: evitare l’abbigliamento fast fashion (35% GenZ e 33% Millennial); verificare la sostenibilità dei prodotti acquistati (25% GenZ e 21% Millennial); fare in modo che la propria casa sia più sostenibile (29% GenZ e 26% Millennial); adottare una dieta vegana/vegetariana (17% GenZ e 19% Millennial).
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