Inclusione finanziaria, l’Italia migliora ma restano i gap
L’inclusione finanziaria e il microcredito, per il contrasto alla povertà e alle diseguaglianze, sono migliorati in Italia, ma rimangono significativi gap territoriali. È quanto emerge dal rapporto “Inclusione finanziaria e microcredito per rispondere alla crisi sistemica”, realizzato da Gruppo Banca Etica, Carlo Borgomeo & Associati e Rete Italiana di Microfinanza e Inclusione Finanziaria (Ritmi), che analizza la dinamica dell’inclusione finanziaria in Italia e approfondisce i dati relativi alle iniziative pubbliche o private di microcredito attive nel Paese nel 2021. L’obiettivo è di mettere a fuoco lo stato dell’arte e ragionare su strategie e strumenti utili al rafforzamento dei processi di inclusione.
Banca Etica ha ideato un indicatore dell’inclusione finanziaria basato su un indice di intensità creditizia (rapporto tra finanziamenti e Pil) e un indice delle condizioni di offerta del credito (propensione del sistema bancario a erogare finanziamenti in una data area del Paese). Nel 2020, si è manifestato un netto miglioramento dell’indice del 5,1% rispetto al 2019. Questo risultato è il frutto di un trend positivo iniziato nel 2018 e che si è consolidato durante la crisi pandemica per merito delle misure di politica monetaria della Bce, dalle iniziative istituzionali per imprese e famiglie e dalla maggior propensione delle banche a erogare finanziamenti.
Il livello di inclusione finanziaria rimane però molto inferiore nelle regioni del Sud (-19%) e nelle Isole (-17%), nonostante una progressiva riduzione del differenziale. Un’area storicamente solida quale il Nord Est resta l’unica a mostrare ancora un marcato arretramento rispetto al 2012 (- 4,5%). Per quanto riguarda l’inclusione economica e finanziaria di genere, l’Italia non brilla a livello globale a causa della perdurante differenza nell’accesso al lavoro per le donne (-18,4% il differenziale con gli uomini a fine 2021) e alla scarsa alfabetizzazione finanziaria, nonostante i significativi progressi nell’accesso ai servizi bancari di base registrati nell’ultimo decennio.
L’analisi mostra come, nel 2021, attraverso 132 iniziative siano stati concessi in Italia micro-prestiti per 216,89 milioni di euro a favore di 15.239 soggetti da parte di soggetti pubblici ma anche privati in rete con soggetti finanziatori. Il 46% dei prestiti presenta importi fino a 25.000 euro. Il volume medio dei prestiti concessi ha superato i 14.000 euro. Nel 2021 si assiste a una crescita del 43% del microcredito per startup o per il lavoro autonomo, anche in termini di importo (18,65 milioni, +70%), mentre risultano in riduzione i finanziamenti a imprese esistenti, ai lavoratori e alle famiglie.
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