Oxford Risk: inadeguata l’attuale profilazione Esg dei clienti
I gestori patrimoniali stanno lottando per trovare soluzioni conformi a Mifid II che valutino accuratamente l’idoneità al rischio dei clienti e le preferenze di sostenibilità Esg, rispettando al contempo la normativa. Lo riporta Oxford Risk, società che studia finanza comportamentale e benessere finanziario, creata nel 2002 da docenti della Oxford University.
L’anno scorso, spiega la nota, la normativa Mifid II ha introdotto regole Esg specifiche sull’idoneità nell’Unione Europea, cui presto seguiranno le autorità di regolamentazione del Regno Unito. Oxford Risk ritiene che i gestori patrimoniali debbano rivedere i test di idoneità per affrontare questi cambiamenti nel settore patrimoniale.
La nota sottolinea «la crescente opportunità per i gestori patrimoniali (si prevede che gli asset gestiti professionalmente in ambito ESG raggiungeranno i 53.000 miliardi di dollari in due anni e rappresenteranno un terzo di tutti gli asset gestiti a livello globale), ma avverte che le soluzioni di idoneità esistenti non sono in grado di affrontare questa opportunità».
Oxford Risk esorta i gestori patrimoniali ad affrontare adeguatamente le preferenze dei clienti in materia di sostenibilità, adottando le migliori pratiche e una metodologia che aderisca alla normativa Mifid II. I gestori patrimoniali devono essere consapevoli del fatto che, mentre le preferenze di sostenibilità a breve termine possono cambiare nel tempo, un’adeguata valutazione della sostenibilità del cliente dovrebbe catturare accuratamente le preferenze a lungo termine, eliminando la necessità di esclusioni e di operazioni in corso che potrebbero avere un impatto negativo sulla performance del portafoglio del cliente.
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