Bain, monitorare gli Esg resta “difficile” per il private equity
Il private equity ha toccato nuovi massimi nel 2021: il valore delle operazioni di buyout è cresciuto di oltre il 90% rispetto al 2020, superando quota 1.100 miliardi di dollari, spinto dalla dimensione dei deal, più che dal loro numero. Il valore delle operazioni di buyout batte anche il precedente record del 2006 (804 miliardi di dollari). Per la prima volta, la dimensione media delle operazioni ha superato la soglia di 1 miliardo di dollari, con un incremento del 57% rispetto all’anno precedente, con il numero di operazioni di valore superiore a 1 miliardo che è raddoppiato. Sono le principali evidenze emerse dal 13° Report annuale sul Private Equity globale di Bain & Company, il principale consulente strategico per gli investitori di private equity.
Il report mette in luce anche una situazione sfidante sul fronte della sostenibilità «Gli investitori – si legge – stanno poi riscontrando difficoltà nel monitoraggio dei criteri Esg: la mancanza di standard specifici e di best practice in materia ostacola la loro capacità di valutare in modo coerente la performance Esg dei portafogli di Private Equity, pur considerando questo tema come fondamentale per guidare e gestire la propria asset allocation. È quanto emerge da un sondaggio condotto da Bain in collaborazione con Institutional Limited Partners Association (Ilpa): circa il 70% degli Lp ha incluso i criteri Esg nelle proprie politiche di investimento. Di questi, circa l’85% ha una politica Esg specifica relativa alle allocazioni di Private Equity, e queste politiche riguardano circa il 76% degli Aum di private equity. Il 93% dei Limited Partners disinvestirebbe se un asset registrasse un problema sotto il profilo Esg».
Bain & CompanyIlpaprivate equity