Il valore della filiera del cibo? La sostenibilità
Per la maggioranza degli italiani, il valore della filiera del cibo si radica nella sostenibilità, assicurando la qualità degli alimenti e prezzi accettabili. È quanto emerge dall’Osservatorio del mondo agricolo Enpaia-Censis “Il valore rilanciato della filiera del cibo e dei suoi protagonisti”.
In particolare, lo studio evidenzia che, nel 2020, la spesa alimentare degli italiani è stata pari a 160 miliardi di euro, +1,9% reale rispetto all’anno precedente, con il ricorso più intenso ai punti vendita di prossimità, dai supermercati ai negozi di vicinato, oltre che all’e-commerce. In generale, il 75,8% degli italiani ha fiducia che la filiera, anche nell’emergenza, assicurerà i necessari approvvigionamenti di prodotti alimentari.
Otto italiani su 10 preferiscono mangiare prodotti acquistati e cucinati in casa. Il 13% dichiara di ricorrere spesso alle piattaforme del food che consegnano con i rider e il 45,5% di tanto in tanto. Inoltre, di recente la filiera del cibo ha anche risposto a una domanda crescente di qualità, salubrità, sicurezza e genuinità. Con la pandemia si è imposta la convivenza di due esigenze: i prezzi sostenibili e quella di prodotti con un positivo effetto sulla salute, a ridotto impatto ambientale.
Infine, dal report emerge che l’83,1% degli italiani, quando sceglie cosa mangiare, è attento all’impatto sulla salute; il 93,5% riutilizza il cibo che avanza da pranzi e cene, in una logica di riduzione degli sprechi; e l’80,5% acquista prodotti alimentari a chilometro zero, valorizzando così le aziende agricole locali e riducendo l’utilizzo di mezzi di trasporto che incidono sul riscaldamento globale.
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