L’Italia migliora nell’indice corruzione percepita di Transparency
L’Italia guadagna 3 punti nell’Indice di Percezione della Corruzione (Cpi2021) di Transparency International. L’indice misura la percezione della corruzione nel settore pubblico e nella politica in numerosi Paesi di tutto il mondo. Lo fa basandosi sull’opinione di esperti e assegnando una valutazione che va da 0, per i Paesi ritenuti molto corrotti, a 100, per quelli “puliti”. La metodologia cambia ogni anno per riuscire a dare uno spaccato sempre più attendibile delle realtà locali.
Il guadagno dell’Italia, si legge in una nota, è stato importante rispetto allo scorso anno, e ha consentito «di compiere un balzo in avanti di 10 posizioni nella classifica dei 180 Paesi oggetto dell’analisi. Il Cpi2021 posiziona dunque il nostro Paese al 42esimo posto, con un punteggio di 56».
«La credibilità internazionale del Paese – ha commentato la presidente di Transparency International Italia Iole Anna Savini – che si è rafforzata in quest’ultimo anno, ha influito sul clima generale di fiducia, sostenuto anche dagli sforzi espressi da numerosi stakeholder del settore privato e della società civile nel promuovere i valori della trasparenza, dell’anticorruzione e dell’integrità».
Savini ha parlato in occasione della presentazione dell’Indice, evento in cui è emerso che «rimangono sul piano del sistema ordinamentale nazionale – si legge nella nota – alcune questioni fondamentali in attesa di definizione tra cui il recepimento della Direttiva europea 2019/1937 in materia di whistleblowing (il cui termine è scaduto lo scorso dicembre), che consentirebbe di integrare, completandola, la disciplina ora contenuta nella legge 179/2017 e l’emanazione della disciplina sul lobbying, il cui testo è stato di recente approvato, in prima lettura, dalla Camera dei Deputati e che ora attende il vaglio del Senato della Repubblica».
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