Analisi Mirova - come gestirne i rischi sostenibili
Odissea nella Tecnologia
Per molti aspetti, la pandemia ha accelerato l’adozione della tecnologia sia da parte delle imprese che da parte dei consumatori. Le imprese hanno dovuto dimostrare di essere in grado di connettersi con i clienti, i fornitori e i dipendenti, mentre i consumatori hanno dovuto utilizzare le piattaforme digitali più di quanto già facessero. Questa situazione ha impresso un’accelerazione ad alcune tecnologie come il cloud computing che, sotto la spinta del lavoro a distanza, è diventato lo sbocco naturale della Tecnologia dell’Informazione. Molte imprese hanno già avviato la transizione verso questa “nuova normalità”, evoluzione che dovrebbe risultare vantaggiosa per chi fornisce infrastrutture per il cloud. Le cifre parlano da sé: secondo le previsioni, il totale dei Servizi Cloud Pubblici per il mercato degli utenti finali aumenterà dai 243 miliardi di dollari del 2019 a 362 miliardi di dollari nel 20221. È probabile che il lavoro a distanza continuerà anche dopo che la situazione si sarà normalizzata, creando opportunità per le società che svolgono attività che coinvolgono data center, server e software collaborativi.
Questo affermarsi della tecnologia è destinato a consolidarsi nel tempo. Per questo, non dobbiamo sottovalutare i rischi che comporta in termini di cybersicurezza e di protezione dei dati, aspetti che restano sul tavolo. In particolare, non sono cambiate le sfide ambientali e sociali che abbiamo davanti, né la maniera in cui la tecnologia può affrontarle. A nostro avviso, senza sostenibilità, i rischi per la popolazione e per il pianeta potrebbero annullare i potenziali benefici indotti dalla tecnologia.
COME AFFRONTARE IL PROBLEMA SOSTENIBILITÀ
In Mirova consideriamo imprese che offrano opportunità di sviluppo sostenibile o che gestiscano bene i rischi di sostenibilità. Tuttavia, sul fronte tecnologico, la sostenibilità può rivelarsi una vera e propria odissea, perché le soluzioni sono accompagnate inevitabilmente da rischi, soprattutto per le società B2C (business to consumer). La tecnologia è un fattore abilitante dell’innovazione. Le apparecchiature IT sono infatti essenziali per lo sviluppo e la realizzazione di soluzioni di sostenibilità potenzialmente più avanzate in tutti i settori. Sono una componente fondamentale delle energie rinnovabili e costituiscono un supporto essenziale per lo sviluppo socioeconomico dei Paesi emergenti. Attenzione, però: una società che produce semiconduttori per pannelli solari, per esempio, potrebbe sembrare un’opportunità di sviluppo sostenibile; ma lo è davvero? E quali rischi comporta?
I RISCHI DA CONSIDERARE
Ci sono situazioni che meritano di essere approfondite sotto molteplici punti di vista. Per esempio, i componenti sono fabbricati con minerali che, spesso, provengono da Paesi dove le violazioni dei diritti fondamentali sono la norma (per esempio, lavoro minorile e forzato). Inoltre, sotto il profilo della gestione del ciclo di vita, questi prodotti finiscono spesso per diventare rifiuti tossici non riciclati! Le apparenze potrebbero ingannare anche quando si considerano società che forniscono applicazioni per l’accesso alle conoscenze e ai server bancari in Paesi emergenti dal quadro geopolitico instabile. Soluzioni di cybersecurity insufficienti o un utilizzo improprio dei dati personali possono fare correre il rischio di perdere denaro o di vedere violata la propria privacy. Perciò, malgrado le apparenze, non è sempre vero che la tecnologia sia d’aiuto alle imprese che stanno spingendo il pianeta verso un futuro più verde e la società verso un percorso più equo. È per questo motivo che il nostro modello di analisi va alla ricerca di imprese che sviluppino soluzioni di sostenibilità, ma che garantiscano anche una gestione corretta dei rischi di carattere ambientale e sociale.
QUALCHE ESEMPIO DI GESTIONE DEL RISCHIO
Riteniamo che i produttori di semiconduttori debbano adottare meccanismi per garantire la tracciabilità dei minerali utilizzati, che dovrebbero provenire da un contesto esente da conflitti e da abusi, ed essere lavorati minimizzando l’impatto sulla biodiversità. Pensiamo inoltre che il settore dell’hardware in generale offra un’ottima opportunità d’investimento, perché ha la possibilità di costruire un’economia circolare affidabile e su vasta scala che permetterebbe di aumentare notevolmente l’uso di materiali per semiconduttori di seconda generazione, recuperati attraverso programmi di riciclo e riuso. Si risolverebbero così molti dei più gravi problemi di carattere ambientale e sociale. Inoltre, sul piano della protezione dei dati e dell’accesso alle informazioni, le società di telecomunicazioni dovrebbero adottare politiche che escludano la collaborazione con le autorità pubbliche che pretendono di accedere ai dati degli utenti in violazione delle convenzioni internazionali o che limitano l’accesso degli utenti a Internet o all’informazione. A questo riguardo, è fondamentale avere a disposizione informazioni sulla presenza e sul funzionamento di meccanismi specifici, per esempio sul numero di richieste di informazioni sull’utente, suddivise per tipo e ammissibilità, trasmesse dalle autorità governative. Riguardo ai dati, occorre considerare un ulteriore rischio indiretto: nonostante la proliferazione osservata negli ultimi anni, il rapido miglioramento dell’efficienza energetica ha contribuito a limitare la crescita della domanda di energia da parte dei data center (nel 2019, rappresentava circa l’1% del consumo mondiale di elettricità)2.
L’IMPEGNO CONDIVISO
Riteniamo però che, se continueremo a sviluppare nuove tecnologie come il 5G senza riuscire a mantenere questo livello di crescita dell’efficienza energetica, si produrrà un evidente rischio ambientale. Molte società, insomma, devono attivarsi per impedire che il comparto tecnologico diventi un settore ad alta intensità energetica. Attualmente, il traffico video rappresenta il 66% dell’intero traffico mobile di dati e si prevede che questa quota salirà al 77% entro il 20263. Le società potrebbero, per esempio, evitare di incorporare ovunque filmati in auto‐play e potrebbero anche iniziare ad allineare la risoluzione video con la rete Internet dell’utente (per esempio, banda larga o cellulare).
Riteniamo che la tecnologia possa essere un vero fattore abilitante dell’innovazione. Spetta però a tutti (imprese, consumatori e autorità pubbliche) garantire che essa non ostacoli il nostro percorso verso lo sviluppo sostenibile del pianeta e della società.
Hua Cheng, PhD, CFA
Gestore di portafoglio della strategia Global Sustainable Equity di Mirova
Louise Schreiber
Senior Sustainability Analyst
(1): Fonte: Gartner
(2): Fonte: Agenzia internazionale per l’energia (AIE)
(3): Ericsson Mobility Report, 2020
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